Tra Open Data e Cittadinanza Attiva gli studenti analizzano i "Lavori di sistemazione idrogeologica" a Costa della Gaveta

Progetto ASOC 2015/2016
IPASR "G. Fortunato"
Potenza

La tematica di ricerca si è basata sull'ambiente, nello scorrere i tanti progetti di Opencoesione riguardanti la Regione Basilicata l'interesse si è rivolto particolarmente al dissesto idrogeologico. La Basilicata è a forte rischio e per eventi inaspettati i Fondi di Coesione vengono utilizzati attraverso delle Delibere CIPE.
Analizziamo la delibera CIPE 8/2012 (Gazz. Uff. del 25/05/2012), le informazioni sono generiche, il finanziamento è di 450.000€, il Programmatore è la Regione Basilicata, l'attuatore il Commissario Straordinario Delegato Rischio Idrogeologico.



Il punto di partenza della ricerca è capire dove questi lavori devono o sono stati svolti, gli Open Data a disposizione dicono che si riferiscono a "Costa della Gaveta", un area alla periferia di Potenza popolata da abitazioni private e a ridosso della SS406 Basentana e la linea ferroviaria Potenza-Metaponto.

La frana è a monte di tutto ciò, a una profondità di 40 mt, in caso di piogge copiose mette a serio rischio le abitazioni e le infrastrutture.

Dal punto di vista storico si hanno notizie frammentarie di questa frana già al finire del 1800 ma è certo che nel 2005 la Regione Basilicata affida all'Università il compito di indagare sulla frana e di monitorarla.
L'iter burocratico del progetto è molto lungo ed è solo nel 2013 che il progetto diventa esecutivo. La ditta "Consorzio Stabile Lucania Appalti S.c.a.r.l." se l'aggiudica, dà inizio ai lavori e il 31 marzo 2015 i lavori sembrerebbero terminati. Purtroppo si rende necessario un altro intervento  e viene presentata una perizia di variante.

Il Commissario Straordinario assegna al Comune di Potenza i fondi e viene nominato come RUP l'ing. Giuseppe Lisi. Contattato con ogni mezzo, telefono, mail, recandosi personalmente nel suo ufficio, non si riesce a porgli delle domande utili per capire l'andamento dei lavori. Un suo collaboratore suggerisce di inviare via mail le domande che si intendono fare, non c'è stata alcuna risposta. In questo caso la Pubblica Amministrazione non ha dimostrato disponibilità nei confronti di studenti ma anche cittadini che vogliono delle risposte alle loro domande.

Si consulta la "Relazione Finale del Commissario Straordinario" datata 31/12/2015 e da essa si ricavano:

- la data di aggiudicazione dei lavori (6/3/2014)

- la stipula del contratto (12/11/2014)

- la data di inizio dei lavori (14/7/2014

- il decreto di variante 71/2015.

Contattato il Commissario, ing. Gerardo Calvello, si rileva subito la sua disponibilità a dare tutti i chiarimenti necessari, è ospite nella scuola stessa, le domande ricevono risposte esaurienti ma quella che lascia qualche dubbio è: "E' stato prodotto il certificato di collaudo alla chiusura dei lavori?" Dopo una breve telefonata ad un suo collaboratore informa che il collaudo è stato effettuato a marzo 2016, sulla rete non si trova traccia di questo collaudo.

La storia continua, bisogna essere informati da un punto di vista più tecnico sui dissesti idrogeologici. Il Laboratorio GIS dell'UNIBAS si occupa di ciò, una breve telefonata e l'ing. Raffaele Albano, ricercatore e collaboratore della Rettrice in questo laboratorio propone un seminario di 3 incontri tenuti da esperti. Questi incontri si svolgono nel laboratorio di informatica della scuola.

Intervengono il dott. Carmine Lizza, geologo responsabile A.N.P.A.S. su "I rischi idrogeologici e i sistemi di procedura e allerta", l'ing. Raffaele Albano, ricercatore Laboratorio GIS, su "Il rischio idraulico" e il prof. Francesco Sdao, docente di geologia applicata alla Facoltà di ingegneria dell'UNIBAS, su "Le frane: caratteristiche, rischi e mappatura". 

In uno degli incontri, è la stessa Rettrice a far visita ai docenti e studenti per l'interesse mostrato verso una tematica per la quale loro sono molto impegnati ma non hanno riscontrato un vero interesse da parte dei media e della comunità.


Si avvicina il momento in cui gli studenti e i docenti si recheranno sul posto ma prima è bene avere ulteriori informazioni, ancora di carattere tecnico, la prof.ssa Caterina Di Maio, docente di Ingegneria Geotecnica dell'UNIBAS, appare più volte durante le ricerche in rete come esperta specifica di questa frana, perchè non contattare anche lei? Può essere la chiave per avere un giudizio obiettivo e soprattutto più tecnico su come sono stati svolti i lavori.

Il monitoraggio sul luogo avviene in un primo pomeriggio di sole primaverile, la prof.ssa Di Maio si offre di accompagnare docenti e studenti per dare loro maggiori informazioni.



Dal monitoraggio emerge che ai lati dei drenaggi l'acqua fuoriesce e il canale di scolo è in condizioni molto precarie, l'acqua che sgorga dal terreno scorre a cielo aperto. Quel canale di scolo, incompleto perchè doveva arrivare al fiume Basento nel quale scaricare le acque, si ferma molto prima e riversa l'acqua in un fosso. 




Criticità e Proposte:

I lavori terminati da pochi mesi non hanno risolto completamente il problema, molte parti sono deteriorate e non svolgono la funzione per la quale sono state costruite. Se la Regione Basilicata anni fa aveva coinvolto l'Università per indagare sulla frana perchè non ha tenuto conto di queste indagini? I progetti di stabilizzazione dei versanti in frana sono progetti complessi che vanno affrontati da esperti sulla base di indagini specialistiche. 

Visto che l'università, con i suoi esperti geologi e ingegneri geotecnici, conosce molto bene le caratteristiche della frana, si propone di coinvolgere questi esperti nella soluzione dei problemi di monitoraggio e stabilizzazione.

"La comprensione dei meccanismi fondamentali di scorrimento delle frane è possibile se si eseguono indagini appropriate. Nel caso di Costa della Gaveta, semplici misure inclinometriche, eseguite periodicamente, hanno consentito di definire la geometria e la cinematica delle frane con un grado di approssimazione sufficiente per la previsione degli spostamenti e quindi per la riduzione del rischio ad esso associato." (cit. prof.ssa Caterina Di Maio)

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