La saga dei Rockefeller
Una famiglia consacrata dall'oro nero
Era il 1899 quando il cuoco americano Jules Alciatore inventò la ricetta delle Oysters Rockefeller, le Ostriche Rockefeller, per il ristorante del padre, Antoine's, a New Orleans. Una ricetta molto particolare e tuttora sconosciuta poiché lo chef preferì che rimanesse un segreto di famiglia. Quel che è certo è che Alciatore chiamò così il suo piatto in onore di John Davison Rockefeller, il più ricco americano vivo al momento dell’invenzione, in base alla ricchezza della salsa. Perché si sa, Rockefeller è sinonimo di ricchezza. Quando si pensa all’opulenza si pensa automaticamente anche ai Rockefeller. Ma a chi ci si riferisce esattamente quando si nomina tale cognome? Questa famiglia, infatti, ha dominato la scena americana e internazionale per oltre un secolo, ma non tutti conoscono vicende e vicissitudini delle quattro generazioni che ne hanno fatto parte e che rappresentano una vera e propria saga, da fare invidia ai più fantasiosi autori di romanzi.
Imprenditori, industriali, politici, banchieri e filantropi, i Rockefeller hanno creato una delle più grandi fortune mondiali, specialmente grazie al petrolio. Tutto ha inizio in Francia, quando gli ugonotti Roquefeulli dovettero scappare per via dell'editto di Fontainebleau, che aboliva la libertà di culto. Si trasferirono, dunque, in Germania ed è qui che cambiarono il loro nome. Nel 1723 arrivarono in America, dove quello che viene considerato il fondatore di quelli che ora conosciamo come "i Rockefeller" (John Davison) nacque nel 1839.
"Il segreto del successo consiste nel fare cose comuni in modo insolito" John Davison Rockefeller senior
John Davison Rockefeller senior: angelo o diavolo?
Figlio di William Avery Rockefeller e Eliza Davison, una casalinga e un presunto medico, John Davison Rockefeller studiò contabilità presso scuole protestanti, da cui riuscì ad avere dei piccoli incarichi. Già a 16 anni, nel 1863, investì i suoi primi guadagni in una raffineria locale. È da qui che intuì le immense prospettive economiche che si aprivano facendo affari con il petrolio. Nel 1870 fondò, dunque, la Standard Oil Company, assumendone la presidenza.
In cinque anni, l'attività divenne un vero e proprio impero, detenendo il monopolio di tutto il settore della raffinazione e del trasporto del petrolio. Per farlo, però, Rockefeller mandò sul lastrico migliaia di imprenditori e fece chiudere o assorbì la maggior parte delle aziende concorrenti. Per questo fu odiato prima e dopo la sua morte. Ma il suo personaggio risulta controverso, perché fu allo stesso tempo il più generoso filantropo di tutti i tempi. Si ritirò a vita privata nel 1896, lasciando al figlio la gestione dell’attività. Diede 550 milioni di dollari in beneficenza, contribuì alle dotazioni dell’Università di Chicago e di molte biblioteche pubbliche. Nel 1901 fondò il Rockefeller Institute for Medical Research, e nel 1913 la Rockefeller Foundation, dedicata a studi e ricerche scientifiche contro le malattie.
Quando John morì, le sue azioni coprivano l’1,5% del pil americano. Il suo denaro servì a debellare alcune delle malattie più diffuse del tempo. Ma, anche se fu uno dei più grandi benefattori che la ricerca abbia mai avuto, continuò a essere odiato da molti. Angelo o diavolo, dunque? È difficile valutare, ma di certo rimane un pilastro della storia americana, con i suoi meriti e demeriti al seguito.
"Non voglio una nazione di pensatori. Voglio una nazione di lavoratori" John Davison Rockeller junior
John Davison Rockefeller junior: l'erede
John Davison Rockefeller junior ereditò dal padre le redini della compagnia - che gestì come direttore generale - e controllò tutte le fortune della famiglia Rockefeller. Nel 1914 fu uno dei protagonisti della vicenda del Massacro di Ludlow, la feroce repressione degli scioperi dei minatori da parte delle guardie private dei proprietari delle miniere, guidati dalla famiglia Rockefeller, che provocò ventuno morti. John venne chiamato in tribunale a testimoniare sulla vicenda e in quell'occasione ammise le sue responsabilità.
Durante la grande depressione provocata dal grande crollo del 29 ottobre 1929, Rockefeller Junior fu abile nello sfruttare il ribasso dei prezzi e diventare uno dei più grandi proprietari immobiliari di New York, edificando anche il celebre Rockefeller Center.
È ricordato soprattutto come filantropo. Nel corso della sua vita J.D. Rockefeller Jr. spese 537 milioni di dollari per attività benefiche. Sostenne la ricerca contro il cancro; con una donazione di 5 milioni di dollari permise allo Stato di acquistare il terreno che sarebbe poi diventato il parco nazionale Great Smoky Mountains (ancora oggi il più visitato degli Stati Uniti); donò il terreno su cui costruire il "Museum of Modern Art" di New York.
Ebbe sei figli, Abby, John, Nelson, Laurance, Winthrop e David, conosciuti semplicemente come "i fratelli".
Abby: la femminista radicale
Abby, detta Babs per non essere confusa dalla madre, morì nel 1976. Nella sua vita si dedicò a battaglie femministe e si impegnò anche nel campo della filantropia e dell'ecologia. Sposò le tesi marxiste, fu una delle benefattrici del Metropolitan Museum of Art, del New York Hospital e, soprattutto, del Museum of Modern Art di cui la madre fu una delle fondatrici.
John Davison III: filantropo di professione
Se i suoi fratelli Nelson e Winthrop si dedicarono alla politica, Laurence alla difesa dell'ambiente e David agli affari, John III, come sua sorella Abby, fece della filantropia il suo maggiore interesse. Oltre al suo interesse per la filantropia, si distinse per il suo interesse legato agli affari dell'Est asiatico e fondò varie associazioni, tra cui l’Institute of Pacific Relations, l’Asia Society e la Japan Society. Guidò la raccolta fondi per la costruzione del Lincoln Center for the Performing Arts di New York. Morì in un incidente d'auto nel 1978.
Nelson: il governatore ambizioso
Nelson, a differenza degli altri fratelli, caratterialmente fu molto più aperto e solare. Si distinse particolarmente nella gestione dell'enorme e ambizioso progetto edilizio del Rockefeller Center. La sua passione per l'America Latina lo portò a interessarsi alla realtà di questi paesi. Scrisse, infatti, un rapporto dettagliato che arrivò nelle mani del presidente Roosevelt e presto fu nominato coordinatore delle politiche per l'America Latina della Casa Bianca. Nelson amò l’azione e la competitività della politica. La sua ambizione lo portò a diventare governatore di New York nel 1958. Nei suoi quattro anni di mandato, promosse programmi di assistenza sociale tra i più avanzati nel paese ed estese il sistema universitario pubblico, rendendolo uno dei migliori d’America. Esponente del partito repubblicano, fu anche vicepresidente degli Stati Uniti dal 1974 al 1976. Il desiderio di diventare presidente fu il suo cruccio da sempre. Concorse alle primarie presidenziali nel 1960, 1964 e 1968 senza mai riuscire a vincerle. Deluso, si ritirò a vita privata e morì d’infarto a 70 anni.
"Il segreto del successo non sta nel possedere, ma nel controllare tutto" Nelson Rockefeller
Laurance: l'ambientalista convinto
Laurance, morto nel 2004 all'età di 94 anni, fu un filantropo ed ecologista, consigliere di cinque presidenti americani sul tema della tutela ambientale . Si distinse in numerose opere per preservare e difendere la natura. Diede vita al US Virgin Islands National Park, finanziò l'espansione del Parco Nazionale del Grand Teton nel Wyoming e promosse la creazione e l'ampliamento di numerose altre aree naturali.
Winthrop: il politico solidale
Winthrop, politico di orientamento repubblicano, fu governatore dell'Arkansas per quattro anni. Rockefeller avviò una serie di progetti e attività filantropiche, finanziando scuole e cliniche mediche in alcune delle contee più povere dello Stato. Queste attività filantropiche continuano ancora oggi attraverso la Fondazione Rockefeller Winthrop.
"Credo che la speranza migliore per la pace e la prosperità nel mondo sia quella di una maggior cooperazione tra le Nazioni, che a sua volta sarà possibile se sia i nostri governi che le persone dei nostri Paesi viaggiano di più e arrivano a conoscersi meglio"
David Rockefeller
David: "L'ultimo Rockefeller"
Erede di 300 miliardi di dollari di oggi e cresciuto in una casa di sette piani sulla 54esima strada di Manhattan, la più alta abitazione privata, David Rockefeller non fu certo un bambino normale. Non lo fu mai. Banchiere, filantropo, consigliere presidenziale statunitense, l'ultimo erede di nonno John è morto a 101 anni il 20 marzo 2017. Con lui si chiude un’epoca: quella dell’egemonia dell’aristocrazia industriale, soppiantata ora da giganti come Google e Apple. Il miliardario più vecchio del mondo fu l’unico tra i fratelli a lavorare nel mondo aziendale, tant’è che una volta disse ironicamente di essere stato il solo Rockefeller della sua generazione ad aver lavorato. Dal 1957 al 1981 fu presidente del consiglio d’amministrazione, presidente e amministratore delegato della Chase Manhattan Bank, che trasformò in un istituto finanziario globale.
David influenzò, inoltre, la politica come pochi altri. I rapporti internazionali che coltivò durante la sua vita gli causarono non pochi problemi: strette amicizia con Deng Xiaoping, Nelson Mandela, Henry Kissinger, Augusto Pinochet. E, soprattutto, con lo Scià di Persia, Reza Pahlavi. Fu David a convincere l'allora presidente Carter di accogliere l’ex leader detronizzato e malato. La reazione di Teheran fu quella di tenere 52 americani in ostaggio nell’ambasciata della capitale iraniana. Una crisi che durò 444 giorni e che, in parte, fu legata a Rockefeller.
David è noto anche per la sua filantropia. Nel 2006 lasciò in eredità 225 milioni di al Rockefeller Brothers Fund, che aveva fondato insieme ai suoi fratelli nel 1940 per promuovere i cambiamenti sociali nel mondo. Donò parecchi soldi anche al Museum of Modern Art, fondato insieme a sua madre, e alla Rockefeller University, un istituto di ricerca medica creato da suo nonno. Fu spesso oggetto di teorie del complotto per via della sua appartenenza a gruppi come la Trilateral Commission e il Bilderberg Group.
David e suo fratello Nelson ebbero un ruolo fondamentale nella costruzione del World Trade Center. Nel periodo della loro costruzione le Torri Gemelle vennero, infatti, spesso definite "David" e “Nelson” dalla stampa. Rockefeller, che l'11 settembre 2001 guardò bruciare le torri dal suo ufficio al 56esimo piano del Rockefeller Center, fu un membro onorario del gruppo di lavoro che progettò un memoriale per i morti degli attacchi.
Quando morì suo nonno John, nel 1937, era l'uomo più ricco del mondo, mentre David era 581esimo. Una differenza consistente. Chissà se lo chef Jules Alciatore sarebbe stato ispirato ugualmente da David per le sue ostriche Rockefeller.
La saga, dunque, è finita? Resta da vedere cosa ci regalerà la sesta generazione, capitanata da John Davison Rockefeller IV, detto Jay, nipote di Nelson, governatore della Virginia Occidentale dal 1977 al 1985 e senatore per lo stesso Stato dal 1985 al 2015. Ai posteri l'ardua sentenza.