Il Nord sorpreso
dalla neve in inverno

Pochi centimetri paralizzano i treni lombardi

Dopo due ore al gelo, bloccati dentro le carrozze, senza informazioni, alcuni passeggeri del treno Milano Centrale-Verona si sono ribellati. Hanno forzato le porte, hanno abbandonato il convoglio e si sono allontanati a piedi lungo i binari. Erano le 18 di giovedì 2 marzo, e anche a Melzo, in provincia di Milano, era iniziata da qualche ora l'emergenza Burian, l'ondata di freddo e neve che ha investito l'Italia. E dopo il Centro e il Sud, è toccato anche al Nord.

«Dopo quasi quattro ore, il treno era ancora fermo in stazione e si sono bloccati tutti e quattro i binari della linea, compresi quelli dell'Alta Velocità»              (Dario Balotta, candidato di Liberi e Uguali al Consiglio regionale della Lombardia per Liberi e Uguali, fra i passeggeri del treno Milano Centrale-Verona)

L'episodio di Melzo, provocato dalla formazione di ghiaccio sull'impianto frenante del treno, ben sintetizza gli elementi fondamentali della vicenda: i disagi causati dal meteo, le comunicazioni insufficienti o tardive (o dalla formulazione discutibile, come ha sottolineato linkiesta) e l'impreparazione di fronte a un'emergenza largamente annunciata e - almeno al Nord - non certo inusuale, nemmeno all'inizio di marzo.

Burian aveva cominciato a fermare le ferrovie del Nord Italia già la mattina del 27 febbraio, quando i pendolari del tragitto Gallarate-Milano si sono trovati di fronte uno scenario inusuale anche per chi è abituato ai ritardi e ai convogli fatiscenti: il ghiaccio all'interno dei vagoni.



Il mattino successivo, un treno da Varese a Milano è entrato nella stazione di Legnano con quattro carrozze su cinque inaccessibili a causa del congelamento delle porte. La maggior parte dei passeggeri, perlopiù pendolari, sono rimasti sulla banchina, in attesa del convoglio successivo.

La stessa sera del 28 febbraio, Rete Ferroviaria Italiana ha annunciato l'attivazione dello «stato di emergenza grave previsto nei Piani neve e gelo» per l'indomani, «stante le previsioni di nevicate e fenomeni di gelicidio». Piano di emergenza che si è risolto, di fatto, nella soppressione di vari convogli (il 30% di quelli di Trenord).

I pendolari hanno incanalato la loro frustrazione sui social. Qualcuno ha sfogato la propria rabbia, altri hanno scelto l'ironia. Mentre, più a Sud, non è mancato chi ha colto l'occasione dei disagi in tutta Italia per un po' di campagna elettorale dell'ultima ora (se gli esiti del voto possono essere influenzati da attacchi di squali e partite di football, perché non dalla neve?).




I pendolari toccano un nodo fondamentale: malgrado l'enfasi con la quale l'ondata di freddo è stata raccontata, gli accumuli di neve giornalieri sono stati quasi ovunque contenuti, almeno in pianura (soltanto in alcune zone del lodigiano e del pavese hanno raggiunto i 10 centimetri). E a differenza del Centro-Sud, non si può dire che le nevicate siano un evento raro al Nord, neppure a marzo. Basta una visita a un forum di meteofili o a un sito specializzato per trovarne la dimostrazione.

Il 3 marzo 2005, a Milano cadevano 17 centimetri di neve. E sono molti i casi di nevicate anche più tardive: nel 2010 nevicò il 10 marzo, nel 2013 il 17, nel 1998 il 23. Fino a casi di neve a primavera inoltrata, come quelli del 17 aprile 1991 e del 21 aprile 2001. Il record spetta all'anno 1963, quando la Pianura Padana venne imbiancata il 6 e 7 maggio. Stupisce, insomma, che ci si possa fare sorprendere a inizio marzo dalla neve, peraltro annunciata per giorni e giorni dai meteorologi.

Sono bastati dunque pochi centimetri di neve per bloccare le ferrovie del Nord Italia.

Viene da chiedersi allora cosa sarebbe accaduto se Burian avesse investito anche il nostro Paese con la stessa violenza con cui ha colpito altre zone d'Europa. Non solo aree dal clima ben più rigido di quello italiano, come il Centro ed Est Europa (21 le vittime del gelo in Polonia), ma anche il Regno Unito, dove alle nevicate si è aggiunto il vento.

O ancora, vengono in mente le aree per le quali è davvero una rarità essere imbiancate. È il caso del Sud della Francia, dove a Montpellier sono caduti quasi 30 centimetri di neve e l'autostrada A9 - uno dei principali collegamenti con la Spagna - è rimasta chiusa per quasi mezza giornata, fra mercoledì e giovedì. Oppure di Barcellona, dove Burian ha riportato per la prima volta la neve dopo 5 anni.