Expo 2015 

Tanti strumenti digitali, una sola narrazione.

Avete mai provato a guardare un evento cambiando punto di vista? Avete mai dialogato con una storia che avesse un linguaggio inusuale? Avete mai provato, in prima persona, a raccontare un evento uscendo dai canoni del giornalismo classico? Sul web ci sono moltissimi strumenti che i narratori digitali usano per scrivere e descrivere. Ma questa, purtroppo, non è ancora un'abitudine italiana. 

Del resto questo tipo di racconto è certamente diverso. Non lineare, multimediale. Quasi sorprendente. Sicuramente inaspettato. E nel nostro Paese non è molto diffuso. Noi preferiamo ancora le parole incise a fuoco sulla carta o su uno sfondo di un computer; scrivere una ricetta destinata a ingiallire. Ogni tanto ci scappa qualche video, qualche gallery fotografica, uno o due tweet. Ma niente di più. Il cambiamento spaventa. Nel cambiamento bisogna investire dei soldi.  

Eppure ci sono possibilità infinite per chi, oggi, vuole andare oltre la semplice informazione. Ogni giorno nascono nuovi strumenti, nuove app, nuove piattaforme. 

Volete un esempio? Eccolo: http://experts.journalismtools.io/ 

30 esperti di giornalismo provenienti da tutto il mondo per raccontare tre strumenti digitali: most useful; most innovative; one hidden gem.
Numero degli italiani interpellati: zero.

Ma torniamo all'Expo. C'è uno strumento nato in Finlandia, si chiama ThingLink, che permette di raccontare una storia partendo da una foto. Ogni giornalista può corredare l'immagine con vari link: video, foto, testi... 

Io ho deciso di collegare alla foto una serie di video che raccontino l'atmosfera dell'evento internazionale.

All'Expo stanno partecipando più di 141 nazioni provenienti dai cinque Continenti. Anche se non sono mancate le defezioni importanti come l'Australia, il Canada o l'intero gruppo dei Paesi scandinavi. Qui, grazie a Carto DB la mappa di tutti i fornitori che contribuiscono alla riuscita dell'evento.

In realtà mi sono accorto di non aver detto nulla sulla piattaforma che sto utilizzando per questa storia. Si chiama Shorthand, è frutto del lavoro di una startup australiana che lavora per fornire nuovi tools alle grandi testate editoriali. Oggi è usata da New York Times, Guardian, Al Jazeera (solo per citarne alcune). 

E i video, come potete vedere qui sotto, hanno un ruolo fondamentale in questo tipo di narrazione. 

Un viaggio in 3D nel sito

Parlando di Expo non si può certamente sorvolare sulla questione che riguarda i ritardi nella realizzazione di diversi padiglioni e locali. 

Con un programma sviluppato dal Knight Lab (Fondazione) si possono mettere in contrapposizione due foto che parlano di uno stesso tema ma che appartengono a momenti e vicende differenti. In questo caso vedete l'avanzamento dei lavori del Padiglione Italia a febbraio e a fine maggio. 

Shorthand dà la possibilità allo storyteller anche di inserire semplicemente dei link.

Tiki toki (La storia dell'Expo).

In questo caso ho inserito uno strumento appartenente all'ultima categoria che vi propongo per questa breve presentazione: le timeline. Lo strumento in questione si chiama Tiki Toki e permette attraverso percorsi 2d e 3d di raccontare una storia attraverso una linea temporale precisa. In questo caso ho ricostruito le tappe "cittadine" delle varie Esposizioni Universali. Dal 1851 al 2015. 

Nutrire il pianeta, nutrire il lettore

 Sette minuti, cinque strumenti. Una presentazione e una narrazione.

Expo Milano 2015 è un'occasione di crescita culturale ed economica. Un luogo virtuale e fisico di incontro e confronto intorno ad una delle grandi sfide che l'umanità deve affrontare: quella di garantire un'alimentazione sana e sostenibile a tutti gli abitanti.  Samantha Cristoforetti