La Calabria non esiste

Isolata dal resto del Paese per il crollo di un viadotto. In tre mesi non è cambiato nulla

Può definirsi civile un Paese che lascia isolati oltre 7 milioni di abitanti? A distanza di quasi tre mesi (il crollo del viadotto che ha causato la morte di un operaio risale al 2 marzo) Calabria e Sicilia continuano a rimanere staccate dal resto d'Italia. L’autostrada Salerno-Reggio Calabria è chiusa al traffico nel tratto compreso tra Laino Borgo e Mormanno e nessuno sa ancora indicare con certezza i tempi di riapertura. Non lo sanno il presidente della Regione Mario Oliverio e i suoi assessori, non lo sanno i magistrati della Procura di Castrovillari che hanno competenza giudiziaria su quel pezzo di A3, non lo sa il presidente dell’Anas Pietro Ciucci e non lo sanno nemmeno il premier Matteo Renzi e il neoministro alle Infrastrutture Graziano Delrio.
La Calabria è fuori dal mondo. In questa regione è sempre più difficile arrivare e/o andare via. E’ già capitato ai pochi che hanno scelto di trascorrere qui le vacanze pasquali. Succederà con ogni probabilità anche ai (sempre meno) vacanzieri che arriveranno nei mesi estivi.
Il ministro Delrio, che tanto interesse ha mostrato le questioni calabresi (ogni riferimento alla vicenda Lanzetta-De Gaetano è puramente voluto; per non dire dei recenti progetti di "sicilianizzazione" del porto di Gioia Tauro), farebbe bene a battere un colpo subito, dimostrando che oltre alle vicende legate agli equilibri politici nel Pd, il governo è attento pure al diritto alla mobilità dei calabresi.
Finora, le promesse non mantenute sono state davvero tante. Alzi la mano chi non ricorda le passerelle del duo Ciucci-Scopelliti per il taglio inaugurale di nuovi tratti e con le conseguenti promesse di un «imminente fine dei lavori». Sono passati anni dagli annunci e di cantieri chiusi non c’è ancora traccia. Non solo: ci sono ancora pezzi neanche progettati e dei soldi necessari per quegli appalti nessuno sa niente. Un disastro nel quale il premier, qualche giorno fa, si è addirittura sbilanciato: «La Salerno-Reggio Calabria sarà completata entro il 2016», da dichiarato all’Arena di Massimo Giletti. Atteggiamento agli antipodi rispetto a quello scelto in aprile dal viceministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini. Molto più understatement: «Neanche sotto tortura farò mai previsioni su quando sarà finita la Salerno-Reggio Calabria». Dunque, era il non detto di Nencini, interruzioni e deviazioni la faranno da padrone ancora per molto tempo.
E il crollo del viadotto tra Laino e Mormanno? Meglio non parlarne per evitare nuove figuracce. L’impressione è che l’A3, «il corpo di reato più lungo d’Italia» (ipse dixit), sia destinata a rimanere un’eterna incompiuta. Resta da capire fino a quando i calabresi avranno la pazienza di sopportare tale scempio. Siamo o non siamo, anche a queste latitudini, parte di una nazione che si chiama Italia?

La tragedia e l'inizio dell'isolamento
 La morte di Adrian Miholca

Una fetta d'asfalto e cemento lunga come un mezzo campo da calcio precipitata nel vuoto. Giù per ottanta metri. La campata stradale ha ceduto d'improvviso. Uno schianto secco. Nel crollo è morto un operaio, un venticinquenne, Adrian Miholca, rumeno. È successo il 2 marzo sulla Salerno Reggio-Calabria, nel Cosentino, in un cantiere sul viadotto «Italia», il più alto della Penisola e il secondo in Europa. Un disastro. La campata è crollata, trascinando giù l'operaio alla guida di un trattorino. Il «lenzuolo» di bitume e cemento è finito contro uno dei piloni portanti del ponte lungo circa un chilometro. Ed è penetrato per un paio di metri nello stesso pilastro. «Quasi una coltellata nel burro» ha raccontato chi è stato sulla scena del disastro. Tanto da sospettare che dentro quelle colonne, posate attorno agli anni Settanta, di cemento se ne trovi assai poco. «Effettivamente il dubbio c'è - spiegò al Corriere della Sera Giampaolo Rosati, direttore al Politecnico di Milano del dipartimento di Ingegneria civile e ambientale - ma può anche darsi che i piloni siano stati costruiti in quel modo in funzione antisismica. Parzialmente cavi per assorbire le scosse». In ogni caso, sostiene il docente di tecnica delle costruzioni, la diagnostica - teoricamente ultimata in vista della messa in sicurezza del viadotto - dovrebbe permettere già adesso una valutazione chiara sulla qualità del materiale che venne impiegato allora: scarsa, media, buona.

Delrio: «Fatto indegno di un Paese civile»

Non mancano le reazioni alla tragedia. Mentre il presidente dell'Anas Pietro Ciucci si dice «addolorato per quanto accaduto», il ministro del Lavoro Poletti parla di «sgomento». Tranchant il sottosegretario alla presidenza Delrio: «fatto indegno di un Paese civile». Anche perché con quella di marzo sono quattro in due anni le morti bianche sulla A3. Lo segnala il segretario locale Fillea Antonio Di Franco. Che parla di una giungla di appalti e subappalti che annienta la sicurezza: «Si lavora 12 ore al giorni. In certi cantieri della A3 è un fatto praticamente istituzionalizzato. Se ti ribelli, il contratto a termine non viene rinnovato. Situazioni su cui Anas e contrante avrebbero il dovere di intervenire». La Fillea nazionale, per bocca del segretario Walter Schiavella, chiede di «rafforzare le verifiche su tutte le imprese che operano nei cantieri della A3, sullo stato di applicazione dei protocolli e dei piani per la sicurezza, sugli orari di lavoro, sulle condizioni di vita dei lavoratori, soprattutto delle imprese in subappalto».

Ancora sotto sequestro

Intanto il viadotto Italia della Salerno-Reggio Calabria è ancora sotto sequestro. Durante l'incontro svoltosi nei giorni scorsi tra il procuratore generale di Catanzaro Raffaele Mazzotta, titolare del fascicolo insieme ai magistrati di Castrovillari, e i consulenti della Procura, i magistrati hanno deciso di mantenere la misura, in attesa che l'Anas presenti un piano adeguato per garantire la sicurezza nell'area. Da mercoledì 27 maggio sono partiti, con tutte le cautele che il caso comporta, i lavori di rimozione delle macerie che si trovano al di sotto del viadotto. Questi lavori dovrebbero avere una durata di 19 giorni.

Per quanto riguarda, poi, la messa in sicurezza del pilone 13, che richiede lavori di rafforzamento, nulla è stato ancora deciso dai magistrati poiché ancora non è stato depositato dall'Anas il progetto con le integrazioni richieste dalla Procura.

La rabbia di Oliverio