"Orto di Famiglia"

Stefano e il suo ritorno alla terra

"CIAO STRESS, ME NE VADO IN CAMPAGNA!"

Stefano Caccavari è un 27enne calabrese (di San Floro in provincia di Catanzaro, per la precisione) con un sorriso contagioso e gli occhi vispi, attenti. E' quasi frenetico nel suo modo di parlare, di raccontare del suo progetto. Lo incontriamo a pochissimi chilometri da dove è nata, ha preso forma e si sta sviluppando la sua idea: "Orto di Famiglia". Lo seguiamo in auto, attraverso una stradina di campagna con qualche buca che s'insinua nelle colline ai piedi di San Floro, tra campi in cui riposano al sole balle di fieno, animali da cortile e cani pastore che attenti sorvegliano greggi di pecore scampanellanti. Cinque minuti di macchina dopo aver abbandonato una delle arterie più trafficate dell'intera provincia di Catanzaro, ci ritroviamo così immersi in una vallata silenziosa e tranquilla, tra un ruscello che scorre placido e quattro ettari di terreno dedicati alla coltivazione condivisa e biologica degli ortaggi. In questo scenario ha quindi preso forma l'idea di Stefano: dare la possibilità a chiunque ne abbia voglia, di coltivarsi un orto e di goderne i frutti genuini e sani. Così, in pochi mesi, è nata una struttura che permette, ad oggi, a circa cento tra famiglie, titolari di ristoranti, gruppi di amici, single e professionisti, di avere a disposizione 80mq di terreno da gestire.

Stefano studia economia aziendale all'Università Magna Graecia di Catanzaro, ha avuto anche la possibilità di lasciare la Calabria e l'Italia, ma ha deciso di rimanere "dietro casa" per dare vita ad un'idea che coniuga innovazione, tradizione e benessere. Il ritorno alla terra, la voglia di produrre prodotti biologici nella cui crescita non interferiscano pesticidi, la voglia di sporcarsi le mani, l'occasione di ritrovarsi insieme, in famiglia o tra amici, per condividere un'esperienza tanto antica quanto da anni trascurata. Sono tanti gli spunti da cui si può quindi partire per ragionare sull'impatto che "Orto di Famiglia" può avere sul territorio, sulle persone e sulla crescita umana e culturale dell'intera comunità. E Stefano prova a racchiuderli con tre parole: "famiglia", "biologico" e "terra".

Così, tra bambini che aiutano i genitori a coltivare e raccogliere gli ortaggi, docenti universitari e medici del vicinissimo Policlinico catanzarese del quartiere Germaneto che appena possono si trasformano in agricoltori, professionisti che tolta la giacca non esitano a sporcarsi le mani, si percepisce vivo il valore sociale di un progetto che potrebbe ampliarsi ancora di più ed essere replicato in tutta Italia. Ad oggi, sono 94 gli "ortisti", come ama definirli Stefano, che per ora occupano circa la metà della superficie disponibile, ma Stefano e il suo braccio destro, lo zio Franco, puntano a raddoppiare gli iscritti e a trasformare l'area vicina a dove sarebbe dovuta nascere una enorme discarica, in una vera e propria bio-valley dove produzioni genuine a chilometro zero possano trovare il luogo di sviluppo ideale.

I COSTI 

Per avere a disposizione 80mq di orto già pronto da coltivare per un quadrimestre, si spendono 250 euro. Una cifra tutto sommato equa se si considera che un orto di queste dimensioni può garantire la soddisfazione del fabbisogno medio di una famiglia di 4 persone. Ma con la formula annuale, i costi si abbassano ulteriormente.

                                                Alessandro Tarantino - a.tarantino@corrierecal.it