La torrefazione del pop 

I Coffea strange, miscela crotonese in salsa brit

di Alessia Candito

Al secolo sono Ivan De Luca, Mirko Caruso, Emmanuele Sestito e Daniele Sorrentino, ma insieme sono i Coffea Strange. Da Crotone si stanno facendo strada in Calabria e non solo, eppure il loro percorso non è iniziato molto tempo fa. «La band è nata nel 2012 , ed era una formazione minimale , chitarra acustica e viola. Più che altro suonava cover e qualche inedito , dopo finito nell'album , come "Story in a roll" e "For a while in quiet". Con una formazione così scarna non ci si poteva aspettare chissà quale risultato!!!! Serviva qualcosa che desse più spinta. E così sono arrivati Ivan alla chitarra elettrica , ed Emmanuele alla batteria. Ci siamo esibiti per un po' live con questa formazione e pochissimo tempo dopo è entrato Mirko al basso. E con questa formazione suoniamo da febbraio dello scorso anno. 

Siete stati definiti «la torrefazione di diverse miscele». Quali sono e come si amalgamano? 

Siamo stati definiti così da un amico. Ci portiamo dietro questo nome (Coffea Strange) da caffè di Discount. Ma l’unica verità è che veniamo da influenze musicali completamente diverse: dal brit all’ hard rock dal blues al metal. Questa miscela grezza è alla base del nostro sound.

Del vostro primo Ep si scriveva che «è davvero un emphatic promo perché fa venire voglia di ascoltare qualcos'altro di questa giovane band crotonese». In che misura il disco uscito il 30 ottobre scorso risponde a quell’esigenza? 

In pieno! La band possiamo dire è nata ora. Con “Sorry for Yesterday”. Quell’EP era un lavoro preistorico e tecnicamente scarso. Il nuovo album rappresenta l’essenza della band e tutto ciò che doveva essere fin dal principio, un mix di tante influenze musicali che ci portiamo dietro. 

Avete scelto di intitolare il vostro album “Sorry for yesterday”. Per cosa sentite la necessità di chiedere scusa? 

Ognuno di noi, prima o poi chiederà scusa. Soprattutto quando non ricordi cosa hai fatto la sera prima, e ti sei concesso un goccio di troppo! E la prima cosa che ti vien da dire, quando cominci a ricordare qualche stronzata è: Scusa per ieri! 

Al di là della traccia che da nome all’album, c’è un testo cui siate particolarmente legati? 

Crediamo che per come si sia evoluto l’album siamo legati al singolo “Staying with My Giants” di cui è stato realizzato il nostro primo videoclip, ed è stato il primo pezzo scritto tutti assieme, mettendo ognuno di noi qualcosa di suo. E da lì abbiamo iniziato a capire quale era l'impronta che volevamo dare.

Lo spiegavate prima, questa impronta è frutto di esperienze e influenze musicali diverse. Come funziona il processo creativo nei Coffea Strange? 

Bella domanda! Dato che ognuno di noi ha un vissuto musicale diverso ci mette del suo. Solitamente si parte da una base molto semplice, due accordi e qualche parola. Passo per passo ci costruiamo il pezzo come meglio crediamo, che sicuramente è come fanno la maggior parte dei gruppi. Avendo influenze diverse si cerca sempre di arrivare al compromesso. 

Cosa ha significato per la band il "battesimo del video"? 

E' stata un’esperienza esaltante, anche se nel videoclip noi facciamo ben poco. Il lavoro “sporco” nel vero senso del termine lo hanno fatto Mauro Nigro, il regista, e Andrea Giuda (l'attore principale), che ringraziamo infinitamente. 

Dove sperate vi porti quest'album? 

La speranza più grande è che la nostra musica possa essere apprezzata al di fuori del contesto e dei “confini” in cui viviamo.

Come si coniugano le influenze brit che riecheggiano nei vostri testi con un contesto come quello crotonese? 

Noi veniamo comunque da famiglie umili, parliamo delle piccole cose della vita, come il voler scappare da qualcuno o da qualcosa, senza denunciare niente e nessuno. Non sono testi "impegnati". Questa è la nostra filosofia. Crediamo che le nostre canzoni non abbiamo un senso ben preciso, ma ognuno sicuramente deve fare “suo” il pezzo e darne un significato nel momento in cui lo ascolta.

Quanto è difficile per una band underground trovare un proprio spazio in Calabria? 

Molto! Perché nella maggior parte dei casi c'è una diseducazione nei confronti della musica. Fare musica è difficile. Proporre la propria richiede un grande sforzo e dedizione , noi ce la mettiamo tutta. 

Esiste una scena calabrese? 

Fortunatamente esiste e sta uscendo fuori gradualmente. Ci sta un bel movimento di band underground in Calabria, band molto valide e che spaccano di brutto! Per citarne qualcuna: Lost Reality (anche loro di Crotone), (AllMyFriendzAre) Dead , Dissidio, e tante altre! Ci sta tanta bella roba qui da noi. 

Cosa manca alla Calabria perché il circuito locale abbia maggior respiro? 

Questa è una risposta che lasciamo al tempo. Non crediamo ci sia una formula. Qualche bella iniziativa comunque ci sta, e probabilmente non viene presa in considerazione come dovrebbe. Ed è un peccato, perchè dà anche possibilità alle band emergenti di esibirsi. Prima o poi qualcosa succederà.