Cittadella, 30 anni per ammortizzare i costi

Dieci anni fa, era stata preventivata una spesa di 53 milioni. Sono diventati 160,5

CATANZARO Il paradosso è tutto racchiuso nelle cifre. Può, infatti, un palazzo da 13 piani e alto 39 metri, con una superficie coperta di 65mila metri quadrati, con 2.400 metri quadrati di garage e oltre duemila posti auto scoperti, non avere gli spazi per ospitare gli archivi? Già, perché nella Cittadella regionale di Germaneto, che venerdì sarà ufficialmente inaugurata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non c'è posto per i faldoni. Risultato? Se c’è bisogno di recuperare una pratica bisogna mettersi in auto e raggiungere gli uffici di via Crispi di proprietà della Regione, nel centro di Catanzaro, o il centro Agroalimentare di San Pietro Lametino dove ha sede la Fondazione Terina. Al danno si unisce la beffa perché finora i dipartimenti hanno proceduto solo in piccola parte alla "demateralizzazione" dei loro archivi. 

L'ITER PER LA COSTRUZIONE Insomma, è una storia tormentata quella della costruzione dell’edificio - progettato dall’architetto Paolo Portoghesi - che oggi occupa gli uffici della giunta regionale calabrese. Avviata nel 1995, quando alla guida della Regione c’era il forzista Pino Nisticò. Il suo successore, Peppino Chiaravalloti, tentò di trasferire il sito in una zona limitrofa, il Sansinato, ma senza ottenere grossi risultati. Tanto che la Corte dei conti, di recente, ha ricordato il buco finanziario (di alcuni milioni di euro) determinato da quella scelta poco opportuna. Con l’avvento di Agazio Loiero fu data nuova linfa al progetto, con il salvataggio del finanziamento, ma i lavori subirono altri ritardi perché fu rinvenuta una necropoli nel sito che, così, dovette essere spostato di qualche centinaio di metri. La vera accelerazione ai lavori, comunque, è arrivata sotto la guida di Peppe Scopelliti e Pino Gentile. Quando dieci anni fa iniziarono i lavori, il costo preventivato era di 53 milioni: alla fine siamo arrivati a 160,5. Il triplo.

I NUMERI Nella Cittadella hanno trovato posto 2141 dipendenti (ognuno di loro avrà a disposizione più di 30 metri quadrati), compresi i 481 trasferiti dalle Province dopo l'entrata in vigore della legge Delrio. Quanto ai risparmi, l’ufficio patrimonio della Regione, calcola in 5,5 milioni annui quelli che finora venivano spesi per i fitti. Dunque, serviranno più o meno 30 anni per ammortizzare il costo dell’enorme manufatto. Non bastasse, restano aperti ancora alcuni uffici nel centro di Catanzaro (come quelli in via Lucrezia della Valle) e, soprattutto, resta aperto Palazzo Alemanni, un tempo sede della giunta regionale, oggi passata a semplice sede di rappresentanza della Regione. Nella struttura, a causa dei dissidi tra Oliverio e Scura, hanno trovato posto gli uffici del commissario ad acta per la sanità. L’ala del palazzo (per un totale di 1929 metri quadrati) che sorge nel centro storico del capoluogo fu acquistata della Regione nel 1996 per 4,16 miliardi delle vecchie lire. I dirigenti che si occupano di questo settore sono convinti di aver fatto un affare perché il valore rivalutato dell’edificio ammonta a 4,6 milioni di euro.

LA DOPPIA SEDE Tutto è pronto a Germaneto per l'arrivo del capo dello Stato. Da Reggio Calabria arriverà una folta delegazione da Palazzo Campanella. E sì, perché nonostante l’apertura della Cittadella, la Calabria continuerà a mantenere due sedi distinte per giunta e consiglio regionale. La dicotomia è figlia della rivolta del 1970 di Reggio Calabria. Da allora ogni tentativo di aprire il discorso si è spento sul nascere. Troppo forti le divisioni e troppo sentito il campanile per riflettere seriamente sull’opportunità di mantenere distanti 157 chilometri le sedi dell’esecutivo (Catanzaro) e quella dell’organo legislativo (Reggio Calabria).

Antonio Ricchio

a.ricchio@corrierecal.it